giovedì 14 ottobre 2010

Sedie trasparenti in materiale plastico: leggere, resistenti e belle

Le sedie trasparenti mi hanno sempre affascinata. Non ne conosco il motivo preciso, ma è come se la loro evanescenza mi permettesse di percepire attraverso di loro un mondo che sta oltre, forse anche un mondo che non esiste. Non lo vedo chiaramente questo mondo, ma lo indovino e la sedia trasparente me lo evoca, regalandomi immediatamente sensazioni affascinanti.

Certo per fare una sedia trasparente i materiali tradizionali non sono molto utili: ci sono il vetro e il cristallo, certo, ma immaginate una casa popolata da sedie di vetro?!? Fragile, talvolta pesante, pericoloso per un oggetto come la sedia, che continuamente viene spostata e utilizzata nei più disparati contesti. Il vetro e il cristallo sono fantastici per i tavoli, più statici e meno strapazzabili.

Va da sè che le sedie trasparenti per definizione non possono essere realizzate se non in materiali plastici: solo questi ultimi infatti permettono a questi complementi di risultare pratici e allo stesso tempo estremamente belli da vedere.

Nonostante il progresso ci abbia abituati alla presenza della plastica, che nella seconda metà del Novecento ha portato con sè delle vere e proprie rivoluzioni di vita, di concetto e di pensiero, sono ancora molti a essere scettici nei confronti di questo materiale e dei suoi derivati. Come se la plastica rappresentasse una categoria inferiore, come se non fosse di qualità, come se non fosse abbastanza resistente. Tutte leggende metropolitane: il progresso tecnico degli ultimi decenni ha reso questi materiali veramente versatili e funzionali, assolutamente utilizzabili in casa con arredi e accessori.

Policarbonato, tecnopolimero, metacrilato: nomi difficili, con processi di composizione e lavorazione molto complessi, ma con comuni denominatori molto positivi. Resistenza meccanica, resistenza agli urti, resistenza all'acqua, facilità di pulizia: si tratta di caratteristiche eccezionali per l'utilizzo di oggetti come le sedie, che possono passare facilmente dall'in all'outdoor, che devono sopportare pesi talvolta anche elevati, che possono subire urti e potenziali danni in ogni momento.

A onor di cronaca, è essenziale pensare anche al fatto che i materiali plastici sono più difficili da smaltire, ma il progresso tecnologico sta lavorando anche a questo e presto probabilmente queste sostanze diventeranno anche ecologiche (e alcune lo sono già).

In ogni caso, non è soltanto una questione di praticità e di caratteristiche tecniche: i materiali plastici sono belli. A discapito di tutti coloro che vedono un'estetica piacevole soltanto nel legno o nelle pietre o nel ferro (comunque materiali con tutta una loro storia e un loro fascino incomparabile), io affermo con convinzione che la plastica è in grado di creare effetti visivi sorprendenti, più che piacevoli, anche spettacolari.

Unire la plastica alla leggerezza della trasparenza, magari venata di colori che diventano così evanescenti ma molto evidenti, dà vita a un connubio a mio parere senza pari, che in una sedia ha tutto un altro appeal rispetto al legno o al ferro.

Ad esempio la sedia L'Eau in tecnopolimero trasparente è un capolavoro estetico ed emozionale: complice di una visione capace di evocare sensazioni quasi fisiche, L'Eau incarna concretamente il significato del suo nome.



La sedia Alchemia in policarbonato o in nylon dimostra una volta di più la versatilità dei materiali plastici nel realizzare forme diverse e accattivanti.



La sedia La Marie in policarbonato trasparente esalta la bellezza della plastica colorata con la sua semplicità formale e la sua compostezza, capaci di renderla eventualmente protagonista di una sala da pranzo anche minimale.



La sedia Aria in policarbonato trasparente è un'altra autorevole rappresentante di come la plastica possa evocare in realtà elementi del tutto naturali, con il loro movimento ma anche con la loro presunta staticità, con la loro fluidità e con la loro leggerezza.