sabato 27 giugno 2009

I tavoli tondi in cristallo vengono dallo Spazio

I tavoli tondi o ovali con piani cristallo definiscono un deciso stile moderno e fascinoso, per la loro eleganza nella forma e per la leggerezza di cui sembrano essere fatti.

Sospesi nel tempo e nell'aria, i tavoli in cristallo con forme tondeggianti sembrano provenire da altri mondi, dove le dimensioni non sono più soltanto 3 e nemmeno 2 o 4 come ipotizzato da quel geniale libro intitolato Flatlandia. I tavoli in cristallo tondeggianti vengono da una quinta dimensione fatta di plasticità e leggerezza, di rivisitazione dello spazio, di magiche trasparenze.

Le forme tondeggianti invitano l'occhio a godere di linee perfette e conciliano la convivialità: sedere intorno a un tavolo tondo oppure ovale, permette a tutti gli ospiti di chiacchierare guardandosi in viso, senza distinguere nessuno più degli altri. In fondo era proprio l'idea della Tavola Rotonda di Artù, dove tutti erano uguali.

Le forme tondeggianti richiamano sedie particolari, un campo dove il design dà vita ogni giorno, così come ha fatto anche massicciamente nel passato, a pezzi unici e indimenticabili, particolari e bellissimi. E così la fantasia si può liberare, dando vita ad accostamenti creativi.

Le forme tondeggianti possono rendere protagonisti gli arredi di una zona della casa sempre più trascurata: la sala da pranzo. Ormai ricavata negli angoli più angusti, nelle maniere più strane, la sala da pranzo si sacrifica in nome di una metratura ahimè ridotta, di uno spazio che sempre manca. Ma vedere un tavolo con le caratteristiche di un altro mondo, potrebbe anche far venire la malsana idea di creare una bellissima, scintillante sala da pranzo, a costo di sacrificare il letto.

Ma è la trasparenza dei piani in cristallo a elevarci in un'altra dimensione; è la trasparenza a farci vedere chiaramente gli intrecci e i disegni di gambe particolari, come succede col tavolo Valentino di Cattelan, con gambe spettacolari in noce, ciliegio o wengè; è la trasparenza a dare quel senso di insostenibile leggerezza dell'essere, quella sensazione di perfezione, di armonia.


Guardate il tavolo Coral di Cattelan: non sembra dunque venuto dallo Spazio? Le sue gambe in poliuretano laccato bianco (o nero) non sembrano le leggiadre antenne appartenenti a un essere superiore? Il suo piano in cristallo con bordo sabbiato, non sembra ricadere come un elegante vestito su queste gambe dal disegno sensuale?

Il tavolo Satellite di Esedra porta anche un nome indicativo della sua provenienza spaziale: la base in metallo, con gamba laccata, non fa che aumentare la sensazione di luce, di perfezione, di una brillantezza quasi sconosciuta.

E che dire del tavolo Barone di Bontempi? La sua struttura a sciabola, nella versione cromata somigliante a un incrocio di spade all'inseguimento spasmodico l'una dell'altra, unita al piano in cristallo e alla peretta forma circolare, lo rendono scintillante, irraggiungibile, infallibile.

Tavoli scesi sulla terra dentro navicelle fatte di genialità e gusto, di design e materiali resistenti anche all'impatto con l'atmosfera terrestre. Tavoli pronti a tutto.

sabato 20 giugno 2009

Cappe di design protagoniste in cucina

Le cappe di design sono elementi indispensabili, da scegliere per dare un tocco di eleganza a cucine di gusto moderno e contemporaneo, perchè capaci di arredare da sole l'intero ambiente e di creare un impatto visivo non indifferente.

Addirittura, se non si ha un'idea precisa del genere di cucina che si desidera, si può scegliere di partire da un elemento per poi selezionare gli altri di conseguenza: quell'elemento potrebbe sicuramente essere una cappa di design, in grado con la sua forma di dettare legge in tutta la cucina.

Immaginate poi un mini-angolo cottura, uno di quelli dove ci entra solo il minimo indispensabile per cucinare: cosa ci potrà mai essere di tanto bello e sorprendente in un piccolo ambiente così? La risposta più azzeccata è la cappa.

Le forme alquanto insolite proposte da alcuni modelli, si possono però ben sposare anche con linee più tradizionali, proprio per creare un gradevole contrasto estetico. Ma anche il colore è un elemento distintivo di alcuni modelli di cappe di design: non solo il grigio dell'acciaio e la trasparenza del vetro, ma anche tinte accese ed energizzanti, possono fare di una cappa la protagonista indiscussa della cucina.

Le cappe Baumatic Samba Gialle, Merenghe Arancione e Tango Rosse sono un esempio illuminante in tutti i sensi, dati i colori caldi e pieni di luce che le caratterizzano: giallo, rosso e arancione, per portare un po' di brio esotico anche dentro una cucina molto piccola, oppure in un ambiente grande, magari in contrasto netto con mobili più neutri e pareti decisamente bianche.




Linee tondeggianti e irregolari della cappa, come nella Baumatic Pythagora P30SS in acciaio Fasteel, si andrebbero a distinguere su forme squadrate e lineari, dove è invece la regolarità a scandire ritmi e spazi.

Al contrario, se la forma è sempre sinuosa e morbida, come nel caso di Faber Arco Plus, allora possiamo anche decidere di abbinarla a mobili dalle linee arrotondate o a particolari che riprendono le stesso disegno, come mensole o accessori da cucina.


Se poi vogliamo osare, perchè la nostra personalità ce lo impone, allora possiamo scegliere una cappa che non abbia niente a che vedere con nessun altro elemento, che possa farsi guardare con stupore e piacere, senza dubbio alcuno: ecco allora forme del tutto inconsuete, come per la cappa Faber Magica, che oltretutto regola anche autonomamente l'aspirazione grazie a particolari sensori, o la Faber Pearl, un'enorme perla liscia e tonda.




Infine, se la nostra zona operativa è a centro cucina, non possiamo che scegliere una cappa in grado di reggere il confronto con gli elementi che per scelta stanno non solo al centro dell'ambiente, ma quindi anche al centro dell'attenzione: allora la scelta potrebbe cadere sulla cappa Faber Magica Isola oppure sulla cappa Faber Cylindra.



venerdì 12 giugno 2009

Tavolini da salotto: tante personalità in pochi centimetri

I tavolini da salotto: complementi d'arredo che possono soddisfare tante esigenze in poco spazio, proprio grazie alla loro maneggevolezza, alla loro leggerezza e alla loro versatilità; piccole dimensioni ed estetica accatticante li rendono oggetti utili a diversi scopi.

"Tavolino da salotto" infatti è una definizione che lascia il tempo che trova; in realtà è come un nome in codice, un travestimento assunto per comodità, ma che nasconde tante anime e diverse personalità: tavolini da appoggio, tavolini da comodino, tavolini da lampada (e attenzione alla quasi palindromia con "lampada da tavolo"!!), tavolini da lettura, tavolini da cocktail, tavolini da vaso e da fiori, tavolini per colorare, tavolini per arredare, tavolini per decorare...Potrei andare avanti all'infinito.

Non so se vi ho convinti del fatto che i tavolini possono star bene davanti al divano, di fianco al divano, a lato della chaise longue, vicino alla poltrona, accanto al letto, di fianco al comò dell'ingresso, vicino alla scrivania dello studio, a lato della vasca in bagno (sotto il tavolo della cucina, sopra il lampadario della camera, dentro l'anta del guardaroba, sopra la sedia a dondolo, sul ripiano della libreria, dietro la televisione, dentro al termosifone, incastonati nel pavimento...oddio vedo troppi tavolini, sto delirando).

Qui la fantasia corre gente, e non solo la mia: basta pensare al design di un tavolino per farsi venire mille idee pratiche, belle e anche senza precedenti. Tre tavolini simili potrebbero dar vita a una composizione estetica particolare, che sia il punto d'unione in un soggiorno composto da pezzi tutti diversi; oppure un tavolino nell'angolo lettura potrebbe dare la nota di colore acceso che mancava ai toni neutri dell'ambiente; oppure ancora il tavolino potrebbe essere il luogo di esposizione di due o tre soprammobili a cui tenete.

Non è difficile pensare a un tavolino come vetrina di presentazione o come l'oggetto protagonista di un ambiente neutro, se si guarda a un esempio come Dodò di Bontempi, disponibile in bianco, rosso o nero, oppure in un nero decorato molto affascinante ed elegantemente vistoso.



Non è difficile nemmeno pensare di tempestare un soggiorno di tavolini bianchi e neri, come in un divertente gioco a pois, dove appoggiare la bibita, il libro, la lampada o la rivista; guardate se i tavolini Elica di Bontempi non sono perfetti per lo scopo.



Niente di più facile che decorare un ambiente neutro con note di vivace rosso lucido, utilizzando i tavolini Hoppy di Bontempi, che possono anche essere sistemati a formare linee inconsuete.



Come non creare poi diversi piani d'appoggio con i tavolini Hip Hop, disponibili in varie misure, perfetti secondo me anche a fianco del letto.



Ancora vi soffermate a pensare se i tavolini Flower potrebbero formare una composizione di fiori e di vasi e di forme assolutamente fuori dal comune? Coraggio, componete, la creatività aspetta soltanto voi.



Allora vi siete convinti delle tante personalità che albergano nei tavolini da salotto?!?

venerdì 5 giugno 2009

Specchio, specchio delle mie brame

Qualche sera fa avevo ospiti importanti a cena, talmente importanti che tutto doveva essere perfetto, ineccepibile, ordinatissimo, pulitissimo. Ogni particolare doveva essere al suo preciso posto, ogni superficie doveva apparire impeccabilmente priva di macchie e di polvere, in ogni angolo doveva sparire il disordine precostituito tipico di chi vive nella frenesia.

Tutto sembrava essere pronto, e mentre col cuore impazzito, sistemavo gli ultimi ritocchi al mio restauro facciale (il trucco), notavo nello specchio un dettaglio stonato, qualcosa di piccolo ma fondamentale che non riuscivo a vedere in modo esplicito ma solo a percepire. Osservando meglio, mi sono accorta di una deliberata striscia di spessa polvere che nel sole del tramonto proveniente dalla finestra, si notava ancora più dietro al mobile tv; una di quelle parti che ci si scorda spesso di controllare e di pulire. Ho ringraziato lo specchio e mi sono precipitata a rimediare al misfatto, ora veramente pronta per la grande soirée.

Questo episodio mi ha fatto riflettere su quanto siano importanti e talvolta trascurati accessori così utili in una casa come gli specchi: complementi dalle mille funzioni, riescono persino a diventare come nel mio caso silenziosi nma efficacissimi detective di particolari fuori posto, di oggetti scomparsi, di imprecisioni imperfette.

Gli specchi in casa servono sia ad essa sia i suoi abitanti: negli specchi riusciamo a sistemarci (anche se a volte l'impresa è ardua) prima di uscire, con gli specchi orniamo e decoriamo porzioni di pareti altrimenti spoglie (grazie a forme e cornici), con gli specchi rendiamo funzionali zone come il comò della camera, il lavandino del bagno, l'ingresso di casa, con gli specchi possiamo creare suggestive atmosfere riflettenti, che allargano visivamente gli spazi e moltiplicano all'infinito colori e lucentezze. Con gli specchi possiamo addirittura far entrare in una parete elementi che invece si trovano fisicamente su un'altra. Con gli specchi si può giocare a creare e a inventarsi storie e modi di vita del tutto inediti.

Io ho sempre sognato pareti di specchi in una stanza tutta vuota, per avere il mio riflesso restituito migliaia di volte mentre rimango sola con me stessa, da brava egocentrica quale sono. Ma pareti di specchi, che possono anche intelligentemente nascondere armadi a muro, riescono veramente a moltiplicare lo spazio esistente, dando l'illusione concreta di metri quadri in più rispetto al reale. Gli specchi regalano fantastiche illusioni da fiaba.

Con gli specchi si possono creare composizioni insolite e particolari, come accostando più versioni di Fibo, composto da 5 specchi tondi di diverse dimensioni.




Con uno specchio possiamo dare valore e risalto a un'intera stanza, come nel caso di Pablo di Bontempi in foglia d'argento, che con la sua presenza delicata ma elaborata ed elegante, ricorda un che di passato e classicheggiante capace di illuminare tutto un ambiente.




Con gli specchi possiamo vedere noi stessi da diverse angolazioni e magari giudicarci anche un po' più belli di quel che siamo, come se fossero loro ad adattarsi a noi e non il contrario; basta sistemare due o più specchi di grandi dimensioni, come i Botero, in maniera intelligente e coordinata, creando spazi in cui poter essere gli unici protagonisti di un camerino da palcoscenico.



Con gli specchi possiamo mostrare altre parti di noi soltanto a noi stessi, valorizzando e rendendo ancora più bella la nostra casa. Pensateci, la prossima volta che sentite l'esigenza di guardarvi più spesso.