giovedì 10 giugno 2010

Librerie minimali: una piacevole contraddizione

Le librerie se definite "minimali" lasciano albergare in sè una leggera contraddizione: la libreria per definizione non può essere minimale o almeno non risponde solitamente ai canoni dettati da questo stile oggi così in voga.

La libreria infatti è un arredo pensato appositamente per contenere il più possibile e per tenere in ordine soprattutto i libri; ma l'effetto finale di una libreria, quello che poi dovrebbe entusiasmare tutti gli assidui lettori appassionati, non è proprio quello che ci si aspetterebbe da un arredo minimal: il solo fatto di riempirsi e di mostrare tanti oggetti in una sola volta, trasforma la libreria in un oggetto anti-minimale. Soltanto una libreria chiusa da ante potrebbe non sfiorare questo concetto, ma potrebbe anche non assomigliare più a una libreria.

Tuttavia, ci sono librerie che mostrano un'anima minimale, non tanto per l'effetto finale che avranno una volta riempite, ma nelle linee con cui sono state concepite. Minimali intrinsecamente, minimali perchè rispondenti a regole e dettami particolari.

Il minimalismo prevede l'essenzialità: soltanto ciò che è strettamente necessario, senza fronzoli, senza giri di parole. Linee pulite, regolari, dalla precisione geometrica; colori neutri, mai troppo accesi; materiali leggeri visivamente, come il vetro, o trattati in modo da risultare riflettenti e quindi da ampliare lo spazio visivo ancor di più.

La libreria Chicago ad esempio è altamente essenziale: ripiani in vetro trasparente e sostegni ridotti al minimo e agganciati alla parete. Questa libreria è nata per mimetizzarsi con eleganza nell'ambiente, dando pieno risalto a libri e a oggetti e assolvendo in pieno i concetti del minimalismo.



La libreria Fifty incarna il minimalismo in un altro modo: i suoi ripiani vengono fuori dalla parete come spinti da una mano invisibile, che plasma forme sempre diverse. Il risultato è un arredo essenziale nelle linee e nell'ingombro.



La libreria Dna incarna un'altra idea: dalla forma evocativa di cui porta il nome, Dna per quanto dia vita a vere e proprie composizioni di libri piuttosto appariscenti e fantasiose, è di fatto costituita da elementi essenziali. Un sostegno centrale e ripiani a diverse altezze, con dimensioni contenute e precostituite. Ecco a cosa può dar vita un arredo concepito in modo minimale, a combinazioni irresistibili di ordine e disordine, che fanno di una casa bella anche una casa vissuta e dal sapore inconfondibile.