lunedì 7 febbraio 2011

Poltrone di design: la storia della Chaise Longue di Mies Van der Rohe

La Chaise Longue di Mies Van der Rohe: una poltrona che nasce da un contrasto e in un conflitto si sviluppa; un conflitto intrinseco, interno alla sua stessa struttura, al suo stesso modo d'essere.



Si tratta di un pezzo della Storia del design, così come storico è il designer che le ha dato la paternità: Mies Van der Rohe, uno dei fondatori di ben due correnti stilistiche che ancora oggi influenzano profondamente il modo di pensare la casa e il suo interior design, il modernismo e soprattutto il minimalismo.

Ludwing Mies Van der Rohe, nato nel 1886 e morto nel 1969, influenzò notevolmente infatti l'architettura e il design del suo tempo, con filosofie del costruire e dell'abitare totalmente nuove per l'epoca: famose le sue massime, di cui ancora si sente l'eco.

"Less is more", il meno è più; "God is in the details", Dio è nei dettagli; si tratta soltanto delle frasi più famose, che riassumono però in un colpo d'occhio la visione d'insieme del celebre architetto. Ed è forse dall'unione di queste due filosofie, che è nata la Chaise Longue, dal tentativo di far convivere gli opposti, dall'intento di unire l'essenzialità al dettaglio.

Creata nel 1931, pochi anni prima del trasferimento di Mies Van der Rohe a Chicago (amareggiato per l'ascesa nazista in Germania), la Chaise Longue vuole evidenziare il netto contrasto tra l'opulenza del rivestimento in pelle e l'essenzialità del telaio cromato, unendo in un'unica creatura due opposti: la linea minimale e l'attenzione per il particolare.

Il mix riuscitissimo è quello di una seduta estremamente comoda, ma nel contempo visivamente snella, collocabile in contesti anche molto diversi fra loro; l'eleganza e il lusso del rivestimento contrastano non poco con la semplicità della struttura, creando esattamente quel conflitto di cui si diceva all'inizio.

Eppure la semplicità, a ben guardare, pervade l'intera seduta: la comodità infatti è data dalla presenza di un unico materassino rivestito in pelle, poggiato e legato indissolubilmente alla sua struttura in tubo d'acciaio cromato.

Non si tratta dunque "soltanto" di un pezzo di Storia del design, ma della rappresentante di uno stile, di tutta una corrente di pensiero e di un modo di vivere la casa che già nel 1931 strizzava l'occhio al futuro, a quello che oggi è il presente, tanto che questa seduta è definibile a tutti gli effetti come "attuale".



Da inserire in contesti assolutamente contemporanei, oppure pacatamente moderni, in scenari più classici oppure più futuristici, addirittura hi-tech: con il suo mix di stili, di materiali e di concetti, questa seduta si può adattare davvero a ogni ambiente e a ogni gusto, promettendo in ogni caso di far entrare la Storia dalla porta di casa.