giovedì 16 dicembre 2010

Arredi robotici: sedie, tavoli, divani e sgabelli riconfigurabili e trasformabili

Il futuro si avvicina, così velocemente che ci sembra quasi di corrergli incontro; ed è la tecnologia, nel senso più lato del termine, a darci la dimensione di questa corsa: il progresso ormai è una questione di conquiste hi-tech, anche in casa, tanto che l'integrazione più evidente tra l'abitare e la tecnologia, la domotica, sta prendendo sempre più piede come elemento indispensabile per vivere bene, ma anche per rispondere alle esigenze ecologiche e di risparmio energetico.

Ma la tecnologia in casa, oltre che con la domotica, gli elettrodomestici o l'home theatre, sta entrando anche da un'altra porta: sono direttamente gli arredi infatti a rendersi sempre più sofisticati, sempre più complessi e performanti, con l'aiuto della scienza. E non parlo solo di superfici futuristiche, ma poi neanche troppo, dove basterà appoggiare un peperone per ricevere tutta una serie di informazioni circa lo stato del frigorifero e le ricette che si possono preparare con quello che abbiamo in dispensa; o dove basterà agitare un dito per interfacciarsi direttamente con i mobili, il loro contenuto e il resto del mondo.

Parlo di veri e propri robot che si trasformano in arredi; o se volete, il contrario: arredi che si trasformano in robot. Sono diversi i progetti come quello che trovate a questo link che mirano a una riconfigurazione dello spazio abitativo o aziendale il più possibile automatizzata, reiterabile ogni volta che se ne sente la necessità, estremizzata fino a concedere la facoltà di una versatilità mai raggiunta prima e quindi di una personalizzazione pressochè infinita.

Tavoli che diventano sedie, sedie che diventano sgabelli, divani che ridiventano sedie: il tutto nel giro di qualche secondo, soltanto perchè si è premuto un pulsante. Rimane indubbio che con dispositivi di questo genere, che non mi azzarderei più a chiamare arredi, la flessibilità diventerebbe la protagonista dello spazio, anche di uno ristretto.

Tutte cose estremamente affascinanti, tutte cose entusiasmanti. Ma io ho una perplessità: a parte i tempi e i costi di realizzazione, probabilmente ancora molto lontani dalla realtà, quale sarebbe il grado di comodità di oggetti simili? E ancora: dove andrebbe a finire l'eccezionalità di un design, l'unicità di una forma, l'esclusività dell'arte fatta arredo?

Se la personalizzazione dello spazio infatti potrebbe conoscere un livello mai visto prima con degli ipotetici arredi robot, ciò che si potrebbe rischiare di perdere è la personalizzazione dell'estetica e del senso del bello. In questo campo si andrebbe invece incontro a una decisa spersonalizzazione, al contrario ad un'omologazione, che ad alcuni potrà anche piacere in nome dell'uniformità, ma che farebbe perdere il senso di ciò che è realizzato con cura puramente artistica.

Visto che la sedia è l'elemento della casa maggiormente preso in considerazione dai progetti di arredi robotizzati, si potrebbe fare un raffronto tra questi ultimi (che per le caratteristiche intrinseche descritte non potrebbero sfoggiare niente altro se non un'estetica molto lineare e poco distintiva) e alcuni esempi di sedie di design, con una piccola rassegna che potenzialmente potrebbe estendersi all'infinito.

La particolarità ad esempio della linea tratteggiata dalla sedia Aida, non potrebbe venir replicata da un dispositivo robotizzato, almeno non in un futuro prossimo dove le forme delle macchine saranno ancora molto grezze.




E come riprodurre in "senso robotico" la leggerezza della sedia Aria che con il gioco di fili metallici colorati, crea delle forme sottili eppure molto affascinanti?




Lo stesso discorso poi vale per pezzi d'arredo di un certo calibro, come la sedia Betty, che proprio non riuscirei a vedere sotto le spoglie di un robot.




Dove andrebbero a finire l'eleganza e il gusto se tutti gli arredi fossero simili fra loro e senza anima, anche se dotati di movimenti??

lunedì 6 dicembre 2010

Come scegliere e apparecchiare la tavola per Natale

Si avvicina una delle occasioni più magiche dell'anno, soprattutto per l'aura di convivialità che porta con sè: il Natale è infatti il momento migliore per organizzare pranzi e cenoni dove riunire parenti e amici. La tavola è quindi al centro dell'attenzione e saperla presentare è una delle chiavi del successo di un'occasione come questa.

E' fondamentale però avere a disposizione un bel tavolo da apparecchiare, un tavolo solido, resistente, piacevole e molto spesso allungabile, per ospitare più persone e occupare meno spazio quando rimane chiuso.

Il tavolo allungabile Airo potrebbe costituire di per sè una moderna tavola di Natale, con l'aggiunta di sole tovagliette all'americana o di runner, perchè si possa intravedere il rosso d'atmosfera del suo piano in cristallo, perfetto proprio per quest'occasione festiva.




Anche il tavolo allungabile Action potrebbe essere un'ottima soluzione visiva, con le sue particolari gambe a U rovesciata, da sottolineare anche qui con un'apparecchiatura particolare e minimale.



La tradizione e il galateo vorrebbero una tavola apparecchiata con una bella, ma semplice tovaglia bianca, adattabile a decorazioni di vario genere; nulla però vieta di travalicare i confini del galateo e di proporre qualcosa di più innovativo ma ugualmente bello agli ospiti.

Tovagliette in bambù o runner in tessuti neutri possono essere valide alternative alla tovaglia, l'importante è che poi venga rispettato l'ordine degli accessori da sistemare su di esse.

Il piatto piano deve servire per tutte le portate, compreso il primo; se è prevista una minestra, allora occorrerà sistemare anche il piatto fondo sopra a quello piano. Meglio se i piatti sono accompagnati da un sottopiatto: nel caso di una tovaglietta all'americana particolare, il sottopiatto potrebbe essere costituito proprio da quest'ultima.

A destra del piatto vanno sistemati coltello ed eventuale cucchiaio, mentre a destra vanno le forchette: carne e pesce, se presenti, devono avere un coltello e una forchetta ciascuno.

Davanti al piatto vanno sistemati i bicchieri: il primo è quello per l'acqua, seguito a destra da quello per il vino rosso; ancora più a destra andrebbe il bicchiere da vino bianco, se previsto, e all'estremità si dovrebbe sistemare il bicchiere da spumante, per il dessert.

Sempre davanti al piatto e a proposito di dessert, bisognerebbe sistemare le posatine da dessert. Un piattino davanti alle forchette dovrebbe poi ospitare il pane oppure il burro.

Queste sono le regole del galateo, che comunque non escludono la presenza di segnaposto e centrotavola. Ovviamente questi ultimi devono essere in tema con il Natale e non devono comunque risultare troppo ingombranti: certo se lo spazio in casa è tanto e il tavolo è grande come il Brera in rovere (fino a 270 cm!), allora c'è posto proprio per tutto e tutti. Il centrotavola tuttavia non deve mai essere troppo alto, perchè deve permettere ai commensali di guardarsi e parlarsi.



Certo se lo spazio a disposizione è ridotto e il tavolo è così bello da volerlo mettere in mostra senza coprirlo con una tovaglia, allora l'apparecchiatura tradizionale da galateo potrebbe essere modificata, a favore di una tavolata più easy ed informale, ma sicuramente bella.

Rosso, oro, verde, bianco e argento sono i colori tipici del Natale, da utilizzare per tovagliette, runner, segnaposti o stoviglie; decorazioni come quelle per l'albero di Natale, inserite in un vaso trasparente e basso, potrebbero costituire un bel centrotavola, così come qualche stella di Natale e qualche candela, che contribuirebbero a creare l'atmosfera giusta.

Attenzione però che candele profumate e fiori con aromi troppo forte non sono indicati a tavola, perchè potrebbero coprire gli odori del cibo o infastidire i commensali.

Non vi resta che prendere spunto e consigli e poi applicare un po' di fantasia per preparare una tavola di Natale davvero bella e suggestiva. Se poi avete un tavolo come Cathedral l'atmosfera più formale vien da sè, basterebbe avere soltanto cura di utilizzare una tovaglia che non vada a coprire la scultorea base in pietra.

giovedì 2 dicembre 2010

Appendiabiti e stile nell'ingresso

L'ingresso, lo dice la parola, è il luogo tramite il quale si accede. E qual è la prima cosa che si fa entrando? Potrà sembrare strano, ma il verbo a cui mi riferisco è "appendere": giacche, cappotti, sciarpe, ombrelli, cappelli. Sono la prima cosa che si posa entrando in casa.

Accedere, entrare, sono parole importanti, che un tempo erano investite anche di significati piuttosto mistici e profondi. Non era facile entrare in alcuni luoghi. Forse è per questo che oggi "entrare" e trovarsi subito a proprio agio è molto importante. Soprattutto in casa.

Nella concezione moderna dell'abitare non è affatto detto che esista un luogo apposito adibito ad ingresso, concepito così come lo era una volta, come luogo d'accoglienza a sè stante, anticamera di tutti gli ambienti della casa.

Oggi l'ingresso è relegato a parte di qualcosa di più ampio ed elaborato, come un open space, un grande living, oppure è semplicemente un angolo all'inizio di un corridoio o un piccolo spazio che introduce al resto della casa, sempre che lo si riesca a notare.

L'importanza dell'accoglienza all'ingresso si è forse persa nella notte dei tempi, per favorire una concezione dell'abitare più adatta ai tempi odierni, dove la frenesia e lo scorrere implacabile dell'orologio dettano ritmi che non possono permettersi indugi e convenevoli.

Eppure una sorta di ingresso esiste ancora. E appendere rimane la prima azione necessaria quando si entra, soprattutto in questo periodo dell'anno. Così come il suo contrario, "prendere" o "togliere" è l'ultima cosa che si fa prima di uscire e di abbandonare l'ingresso prima dell'accesso successivo.

Deve esistere quindi il modo di valorizzare visivamente e praticamente il moderno ingresso, anche se piccolo, anche se integrato in altri ambienti, anche se difficilmente riconoscibile come tale. Ricordo un piccolo monolocale di 20 metri quadri che ho abitato per qualche tempo in riva al mare: non c'era molto spazio per una divisione delle funzionalità, se non a livello strettamente visivo. E così l'ingresso rimaneva delimitato semplicemente dalla presenza di una scarpiera e di un appendiabiti. Eppure era riconoscibilissimo e in qualche modo anche accogliente.

Proprio questa è la funzione primaria dell'ingresso, "accogliere", seguita a ruota dalla praticità di un luogo che fa da anticamera per uno spazio così complesso e così delicato come la casa. Ecco perchè la presenza di un appendiabiti, accessorio non troppo ingombrante, ma assolutamente necessario, è ciò che serve per delimitare e rendere perfettamente riconoscibile e accogliente qualunque tipologia di ingresso, piccolo, grande, isolato o integrato.

Basta infatti un appendiabiti deciso, con carattere, con una personalità spiccata a dare energia e vitalità a questo spazio, talvolta messo in ombra e dimenticato, a torto.

Colori accesi, forme inconsuete, ingombro anche minimo ma funzionale: sono queste le caratteristiche che possono rendere un ingresso altrimenti insignificante, un luogo d'accoglienza, capace subito di proiettare nello stile ricercato di una casa e della sua storia. E' dall'appendiabiti quindi che si può capire immediatamente il carattere di un'abitazione; è alla scelta dell'appendiabiti quindi che bisogna prestare molta attenzione.

L'appendiabiti Tree in polietilene lucido oppure opaco, disponibile in diversi colori piuttosto decisi, è esattamente ciò che ci vuole per sottolineare l'importanza di un piccolo ingresso, che così non sfuggirà più nè all'occhio nè alle braccia che appendono. La continuità fra interno ed esterno è assicurata dalla forma ad albero che richiama subito la natura.



L'appendiabiti in metallo Baum, realizzato in acciaio bianco opaco, introduce decisamente a una casa elegante, ma anche originale e ricercata, fatta di oggetti e dettagli sicuramente fuori dal comune e votati anche alla funzionalità.



Più informale ed easy invece la casa introdotta dagli appendiabiti da muro Globo, ideali ad esempio per un monolocale oppure per un ingresso dalle dimensioni molto ridotte.



L'appendiabiti Sardanapalo in metacrilato è invece pensato proprio per risaltare ed esaltare l'ingresso di una casa piena di sorprese e di arredi che di per sè possono costituire delle esperienze visive senza precedenti.